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Oggi possiamo leggere il cosiddetto ciclo di Baal grazie alle fondamentali scoperte di testi cuneiformi compiute a Ugarit a partire dal 1929. Baal ed altre divinità “cananaiche” come Astarte sono citate più volte nella Bibbia. Tuttavia fino alla decifrazione dell’ugaritico si conosceva ben poco di quelle tradizioni mitologiche. Nel ciclo di Baal leggiamo della lotta tra potenze primordiali per lo stabilirsi dell’ordine cosmico, con spartizione tra gli dei delle rispettive competenza su cielo (Baal), mare (Yam) e inferi (Mot). Proprio lo scontro tra Baal e Mot permise il ridimensionamento dello strapotere della morte, ponendo quest’ultima in equilibrio con la vita.
Nel 313 d.C. venne emanato il cosiddetto editto di Milano, un provvedimento voluto dai due imperatori di allora (Costantino e Licinio) che concedeva libertà di culto ai cristiani e poneva fine a una sanguinosa stagione di persecuzioni. Una lettura attenta dei testi che ci informano su quei fatti permette di intuire cosa stesse cambiando e cosa rimaneva immutato nella politica religiosa romana. Gli imperatori mantenevano il controllo sugli affari religiosi (il concetto di libertà di coscienza individuale non si era ancora affacciato) ma sceglievano per la prima volta di non definire quali fossero “gli dei” o “il dio” da venerare. Il riferimento, significativamente, era a “qualunque divinità fosse in cielo”.